Una piccola goccia
Ogni mio pensiero, parola, gesto... me stessa, non sono che una goccia nell'oceano. Così grande, così immenso da affascinarmi e da intimorirmi. L'oceano in cui posso sentirmi smarrita o ritrovarmi perchè fatto anch'esso di piccole gocce come me.
martedì 2 settembre 2014
Copia "La dama con l'ermellino"
Ho dedicato tante ore di lavoro per questa copia che mi ha ripagato con grande soddisfazione a lavoro finito. Insieme allo studio del disegno e dei colori, all'esercizio, all'osservazione, questo dipinto mi ha fatto sempre più amare la storia dell'arte, capire la mia passione per la pittura e stringere amicizia con una persona speciale, innamorata dell'arte come me.
venerdì 29 agosto 2014
L'amore è figlio della libertà
L'amore è figlio della libertà
acrilici su tela 50x100
"L'amore non dona che se stesso e nulla prende se non da se stesso.
L'amore non possiede nè vorrebbe essere posseduto;
Poichè l'amore basta all'amore." (Gibran)
Questo è un quadro che ho dipinto appositamente, circa 2 anni fa, per una coppia in occasione del loro matrimonio.
L'mmagine dei due aironi che volano insieme ad una certa distanza tra loro, la cascata d'acqua veloce e impetuosa dietro, l'aria, la libertà che sembra percepirsi tra le loro ali e dal loro alzarsi in volo... era il mio augurio per il loro matrimonio, la loro unione che in parole si traduceva nei versi di Gibran (il profeta):
"Voi siete nati insieme, e insieme starete sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Si, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi liberi nella vostra unione,
E fate che anche i celesti venti danzino tra voi.
Amatevi reciprocamente, ma non fate dell'amore un laccio:
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempia ognuno la coppa dell'altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
Così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.
Datevi il cuore, ma l'uno non sia in custodia dell'altro.
Poichè soltando la mano della Vita può contendere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme.
Poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'uno all'ombra dell'altro."
lunedì 4 giugno 2012
La Tua Parola in me
"Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia" (II Timoteo 3:16)
L'immagine dipinta è frutto di ciò che ho immaginato
riflettendo su questo versetto, quando la tela era ancora bianca,
quindi non ha alcun riferimento fotografico.
L'idea di rappresentare me come questa bambina, nasce dal
pensiero di essere come tale davanti alla Parola del Signore, quindi ricettiva
e fiduciosa percependola come assoluta verità, con il cuore ben disposto
a farsi guidare non solo nell'insegnamento, ma anche nella riprensione,
nella correzione e quindi nell'educazione alla giustizia.
La manina sul petto è un gesto che mi
ricorda il concetto di riporre la Parola nel proprio cuore per non peccare
contro il Padre... quindi non solo leggere, ripetere, ma custodire e far propri
gli insegnamenti divini.
Il volto diviso a metà... perchè l'osservatore possa
percepire una parte spirituale oltre quella materiale, quella che gli altri non
vedono ma che il Padre conosce, quella che comunica con Lui e che comunque
si manifesta nella parte visibile del volto della bambina che è in
atteggiamento di riflessione e sottomissione.
Io credo alla veridicità della Parola di Dio, credo che è stata ispirata da Dio.
Se volete approfondire di più, potete leggere qui:http://www.laparola.net/intro/verita_della_bibbia.php
domenica 15 aprile 2012
Come una rosa
Titolo: "Come una rosa" (particolare) |
Volevo scrivere questo post, nel giorno di Pasqua, ma tra una cosa e l'altra non ho fatto in tempo... lo scrivo adesso tranquillamente perchè i pensieri sulla resurrezione di Gesù, sul Suo amore, sulla Sua dolcezza e saggezza, mi accompagnano ogni giorno della mia vita, non solo nel giorno di Pasqua.
Sin da piccola quando guardavo alla tv, film come Gesù di Nazareth, Jesus, o di recente The Passion, ho sempre pianto tantissimo. Gesù così puro, senza macchia si è sacrificato al posto mio; sulla terra ha subito il disprezzo, gli sputi, gli schiaffi, le frustate, per riconciliarmi al Padre.
A volte quando leggo della Sua vita nei vangeli, mi stupisce con quanta calma e dolcezza accettasse di compiere ogni cosa in ubbidienza al Padre e per amor nostro.
Ad es. non essere creduta è una cosa che sin da piccola mi faceva impazzire di rabbia, sapere di dire la verità mentre gli altri dubitano o ti dicono bugiarda è una cosa tristissima, bruttissima da mandare giù, e quante volte Lui non è stato creduto come il Messia, come Salvatore, come l'Unigenito Figlio di Dio?!
Quanto amore ha avuto per noi, per sopportare tutto questo!
Come poteva il Figlio dell'Altissimo subire gli sputi, gli schiaffi, la crocifissione?
Solo per Amor nostro.
In questi giorni riflettendo sulla Sua venuta, sulla Sua morte, ciò che mi ha colpito è stato molto di più di ciò che leggevo o vedevo su Gesù riguardo alle torture e al tradimento da Lui subiti... è stato pensare al Suo distacco dal Padre nel momento in cui sulla croce ha gridato: Eli, Eli, lama sabactani? che tradotto vuol dire: "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?
In quel momento Dio Padre Puro e Santo, lo abbandona perchè non può vedere tutti i peccati del mondo, passati, presenti e futuri, che il proprio Figlio ha preso su di se.
Loro, sempre Uniti in Eterno da un'amore incommensurabile, loro... della stessa Essenza, in quell'attimo divisi a causa nostra!
E poi ancora, quale grande amore ha avuto per chiedere al Padre di perdonare coloro che gli avevano trafitto mani e piedi, che avevano messo sul suo capo una corona di spine, che gli avevano ferito il costato, che continuavano a insultarlo mentre era sulla croce!
Isaia 53:7-8
7 Maltrattato, si lasciò umiliaree non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.
8 Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo;
e tra quelli della sua generazione chi rifletté
che egli era strappato dalla terra dei viventi
e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Egli è stato come una rosa che è stata gettata via, e' venuto per il cuore arido degli uomini affinchè potessero avere vita, speranza... Egli aspetta ancora che molti aprano il proprio cuore a Lui.
Il dipinto che ho scelto di mettere in questo post, riguarda proprio quest'ultima riflessione.
L' ispirazione mi è venuta una domenica di circa quattro anni fa, quando nella mia Chiesa si cantò questo brano:
Immaginavo Gesù come una rosa gettata dall'uomo che pur essendo a conoscenza del Suo amore, non vuole accettarlo, nè seguirlo e volge i suoi passi lontani da Lui,dalla Sua verità, dalla Sua luce...
preferendo i momentanei piaceri effimeri che può dargli il mondo...
Gesù è quel fiore, dove le gocce di rugiada diventano il suo sangue prezioso che qualsiasi cuore tocchi, anche il più arido, lo rinnova dandogli la vita, rendendolo come un deserto che fiorisce.Non posso non piangere alle parole di questo canto:
"Sei di più di tutto quel che ho,
vissuto per morire così solo,
fiore che è gettato via...
l'hai scelto tu, pensando a me,
solo Tu..."
Ti amo Gesù.
lunedì 12 marzo 2012
Sensazioni, emozioni
"Sensazioni, Emozioni," non è solo il titolo del post, ma anche di questo pastello, realizzato circa due anni fa, per la mia partecipazione ad una mostra.
Era inserito in un contesto ben preciso, si trovava insieme ad altri miei dipinti che guardati in modo consequenziale narravano la storia della vita: l'incontro di una donna e di un uomo, il loro amore, la loro unione, poi le sensazioni e le emozioni di lei nell'essere amata, nel diventare un solo corpo con il proprio uomo, la consapevolezza che dentro di lei una nuova vita sta nascendo...
Quasi due anni di tentativi, aspettare il momento giusto, quello fertile... ma ogni volta niente.
Forse colpa dello stress, dei ritmi frenetici, dell'aria metallica che si respira in questa città in cui adesso vivo, del mio stato d'animo malinconico, nostalgico.
Ma nel mese di Ottobre, un ritardo, e via subito a fare il test: siii! eccolo che lampeggia "Incinta"!
Felicità, commozione, gli occhi lucidi di mio marito, il sorriso infinito nei nostri cuori, la fantasia nello scegliere già il nome, nel fantasticare e già vederlo crescere.
Le prime visite ginecologiche: "Vede signora, qui c'è il sacchettino, e qui un accenno del sacco vitellino... ma ancora è piccolissimo, sono le prime settimane dobbiamo rivederci fra altre due"
Ricordo ancora, era un piccolissimo cerchietto, ma la parola "accenno" di sacco vitellino, non mi piaceva. Avevo letto già tanto in merito e secondo me e i miei calcoli doveva essere più evidente.
Un'altra visita: "la sacca gestazionale è proprio cresciuta, il sacco vitellino è più evidente... ma il polo embrionario... dov'è? vediamo, vediamo... niente solo un accenno, un puntino, non è visibile ancora il battito del cuoricino, niente, deve ritornare fra una settimana"
La settimana dopo: " Non c'è ancora battito, non sono sicura che la sua gravidanza andrà bene"
Le parole che non avrei mai voluto sentire.
Andavo veloce in quel corridoio per raggiungere in pochi istanti l'uscita, volevo che nessuno mi vedesse piangere; mio marito mi consolava, mi diceva "non preoccuparti, non significa niente, vedrai che la prossima settimana il cuore lo vedremo battere", ma io sentivo dentro come una morsa nel cuore, il petto e la gola doloranti e sentivo che qualcosa non andava.
La settimana dopo: "Signora mi dispiace... guardi la sacca gestazionale com'è grande e il sacco vitellino ben evidente, ma il polo embrionario è troppo piccolo rispetto a questi, la sua crescita si è arrestata e il cuore non si vede battere, dovrà fare subito il raschiamento"
Decima settimana di gravidanza: mi ritrovo prestissimo in quell'ospedale, cerco di non pensare ma l'attesa è angosciante; prelievi, elettrocardiogramma, questionari, firme, un fortissimo mal di testa e poi a mezzogiorno con addosso soltanto un camice, percorro la strada verso la sala operatoria... freddo, tensione... dentro il lettino mi ritrovo tutta pronta e sistemata per l'intervento.
"Signora, adesso le facciamo l'anestesia, pensi a qualcosa di bello."
Ed io non volevo pensarmi più con un bimbo in braccio, ma ho pensato solamente di ritrovarmi nella mia casa a Catania, nella mia città.
Una sensazione stranissima, quel sonno pesante, piacevole...
Mi risvegliano: "Signora, signora, si svegli!"
Sentivo quelle voci lontanissime, e prima ancora che aprissi gli occhi, sentivo i miei singhiozzi fortissimi, le lacrime caldissime scorrermi sul viso e quelle voci sempre più forti e vicine: "Signora che ha? sta bene? sta bene?"
Non riuscivo a parlare, non mi si aprivano gli occhi, riuscii a fare solo un gesto con la mano... e quella voce dolce e gentile: "Signora su non faccia così, non andrà sempre così.."
Non riuscivo a smettere di piangere, singhiozzavo e cercavo di nascondere il mio viso alle altre ragazze in stanza con me.
Pregavo il Signore, non mi sentivo sola, so che c'era Lui ma non riuscivo ad afferrare il Suo conforto.
Finchè non arrivò una signora dentro la stanza, diretta verso me e chiamandomi: "Marina, Marina, sei la mia Marina?
Io continuavo a piangere e singhiozzare per quel sogno svanito, mi sentivo svuotata.
La signora avvicinandosi mi guardò e mi disse: "No, non sei la mia Marina"
ricordo la sua carezza dolce e morbida sul viso, e le sue parole: "Coraggio, domani starai meglio, sarà tutto finito".
Credo che Dio abbia mandato quella donna a confortare il mio cuore.
Ricordo con le lacrime agli occhi, quel giorno come il più grigio, il più triste della mia vita.
Io avevo pregato tanto per avere un figlio, pregavo che fosse sano.
Non mi sono ribellata a Dio per questa esperienza, per questa forte prova...
si, ho pianto, ho pianto tanto, ma mi sono sentita come protetta, ho trovato in Dio il mio rifugio, la mia consolazione nel pensare che se non ha permesso questa gravidanza è perchè Lui sa ogni cosa.
Egli mi conforta e non mi abbandona.
Era inserito in un contesto ben preciso, si trovava insieme ad altri miei dipinti che guardati in modo consequenziale narravano la storia della vita: l'incontro di una donna e di un uomo, il loro amore, la loro unione, poi le sensazioni e le emozioni di lei nell'essere amata, nel diventare un solo corpo con il proprio uomo, la consapevolezza che dentro di lei una nuova vita sta nascendo...
poi ancora lo sviluppo della vita, ed infine le mani di un bambino che afferra i propri piedini.
"Sensazioni, emozioni", che oggi sento il bisogno di raccontare per guarire ancora un pò o forse del tutto.Quasi due anni di tentativi, aspettare il momento giusto, quello fertile... ma ogni volta niente.
Forse colpa dello stress, dei ritmi frenetici, dell'aria metallica che si respira in questa città in cui adesso vivo, del mio stato d'animo malinconico, nostalgico.
Ma nel mese di Ottobre, un ritardo, e via subito a fare il test: siii! eccolo che lampeggia "Incinta"!
Felicità, commozione, gli occhi lucidi di mio marito, il sorriso infinito nei nostri cuori, la fantasia nello scegliere già il nome, nel fantasticare e già vederlo crescere.
Le prime visite ginecologiche: "Vede signora, qui c'è il sacchettino, e qui un accenno del sacco vitellino... ma ancora è piccolissimo, sono le prime settimane dobbiamo rivederci fra altre due"
Ricordo ancora, era un piccolissimo cerchietto, ma la parola "accenno" di sacco vitellino, non mi piaceva. Avevo letto già tanto in merito e secondo me e i miei calcoli doveva essere più evidente.
Un'altra visita: "la sacca gestazionale è proprio cresciuta, il sacco vitellino è più evidente... ma il polo embrionario... dov'è? vediamo, vediamo... niente solo un accenno, un puntino, non è visibile ancora il battito del cuoricino, niente, deve ritornare fra una settimana"
La settimana dopo: " Non c'è ancora battito, non sono sicura che la sua gravidanza andrà bene"
Le parole che non avrei mai voluto sentire.
Andavo veloce in quel corridoio per raggiungere in pochi istanti l'uscita, volevo che nessuno mi vedesse piangere; mio marito mi consolava, mi diceva "non preoccuparti, non significa niente, vedrai che la prossima settimana il cuore lo vedremo battere", ma io sentivo dentro come una morsa nel cuore, il petto e la gola doloranti e sentivo che qualcosa non andava.
La settimana dopo: "Signora mi dispiace... guardi la sacca gestazionale com'è grande e il sacco vitellino ben evidente, ma il polo embrionario è troppo piccolo rispetto a questi, la sua crescita si è arrestata e il cuore non si vede battere, dovrà fare subito il raschiamento"
Decima settimana di gravidanza: mi ritrovo prestissimo in quell'ospedale, cerco di non pensare ma l'attesa è angosciante; prelievi, elettrocardiogramma, questionari, firme, un fortissimo mal di testa e poi a mezzogiorno con addosso soltanto un camice, percorro la strada verso la sala operatoria... freddo, tensione... dentro il lettino mi ritrovo tutta pronta e sistemata per l'intervento.
"Signora, adesso le facciamo l'anestesia, pensi a qualcosa di bello."
Ed io non volevo pensarmi più con un bimbo in braccio, ma ho pensato solamente di ritrovarmi nella mia casa a Catania, nella mia città.
Una sensazione stranissima, quel sonno pesante, piacevole...
Mi risvegliano: "Signora, signora, si svegli!"
Sentivo quelle voci lontanissime, e prima ancora che aprissi gli occhi, sentivo i miei singhiozzi fortissimi, le lacrime caldissime scorrermi sul viso e quelle voci sempre più forti e vicine: "Signora che ha? sta bene? sta bene?"
Non riuscivo a parlare, non mi si aprivano gli occhi, riuscii a fare solo un gesto con la mano... e quella voce dolce e gentile: "Signora su non faccia così, non andrà sempre così.."
Non riuscivo a smettere di piangere, singhiozzavo e cercavo di nascondere il mio viso alle altre ragazze in stanza con me.
Pregavo il Signore, non mi sentivo sola, so che c'era Lui ma non riuscivo ad afferrare il Suo conforto.
Finchè non arrivò una signora dentro la stanza, diretta verso me e chiamandomi: "Marina, Marina, sei la mia Marina?
Io continuavo a piangere e singhiozzare per quel sogno svanito, mi sentivo svuotata.
La signora avvicinandosi mi guardò e mi disse: "No, non sei la mia Marina"
ricordo la sua carezza dolce e morbida sul viso, e le sue parole: "Coraggio, domani starai meglio, sarà tutto finito".
Credo che Dio abbia mandato quella donna a confortare il mio cuore.
Ricordo con le lacrime agli occhi, quel giorno come il più grigio, il più triste della mia vita.
Io avevo pregato tanto per avere un figlio, pregavo che fosse sano.
Non mi sono ribellata a Dio per questa esperienza, per questa forte prova...
si, ho pianto, ho pianto tanto, ma mi sono sentita come protetta, ho trovato in Dio il mio rifugio, la mia consolazione nel pensare che se non ha permesso questa gravidanza è perchè Lui sa ogni cosa.
Romani 8:28
"Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno".
Dio mi ama e desidera il meglio per me.Salmo 34:18
"L'Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno lo spirito affranto" Egli mi conforta e non mi abbandona.
mercoledì 7 marzo 2012
Serenità
E' un acquerello realizzato un bel pò di tempo fa e quando lo osservo mi ricorda questi versi:
Geremia 17:7-8
7 Benedetto l'uomo che confida nel SIGNORE,
e la cui fiducia è il SIGNORE!
8 Egli è come un albero piantato vicino all'acqua,
che distende le sue radici lungo il fiume;
non si accorge quando viene la calura
e il suo fogliame rimane verde;
nell'anno della siccità non è in affanno
e non cessa di portar frutto».
e la cui fiducia è il SIGNORE!
8 Egli è come un albero piantato vicino all'acqua,
che distende le sue radici lungo il fiume;
non si accorge quando viene la calura
e il suo fogliame rimane verde;
nell'anno della siccità non è in affanno
e non cessa di portar frutto».
Una tale promessa libera da ogni emozione negativa.
Tutti abbiamo momenti difficili, momenti in cui ci sentiamo del tutto soli e abbandonati. Ma la verità è che non lo siamo, Dio che ci ama di un amore infinito è con noi tutti i giorni, pronto ad aiutarci, benedirci e farci prosperare proprio come un albero piantato vicino l'acqua, che non cessa di portar frutto.
lunedì 7 novembre 2011
Nuova Vita
Titolo: Nuova Vita
Tecnica: grafite e acrilici su tela (60x80)
Questo è un dipinto finito da poco, giusto qualche giorno.
Ho pregato tanto quando era ancora un'idea, poi uno schizzo e mentre dipingevo. Pregavo che su quella tela potessi dipingere qualcosa che facesse piacere a Dio, che parlasse al cuore delle persone.
Io penso che non sia difficile capirne il significato, alcune persone a me molto care lo hanno colto subito, hanno sentito un' emozione dentro, provato dei sentimenti, dei ricordi...proprio ciò che volevo esprimere e comunicare, e di questo sono grata a Dio!
Riassumo di seguito il messaggio che contiene.
E' subito evidente che si tratta di un volto diviso a metà, nella metà di sinistra il volto è triste, angosciato, l'espressione e i colori lo sottolineano.
Una donna con le sembianze di un albero a sinistra ne spiega il perchè: essa ha un vuoto interiore. Nella propria vita affonda le sue radici in una terra che sembra evanescente, che non ha certezze, quindi nelle cose materiali; i suoi rami non danno frutto, sembrano non avere più vitalità e ciò perchè una persona può fare mille cose, trovarsi mille impegni, riuscire anche in certe imprese ma alla fine, nei momenti di profonda riflessione, in quei momenti in cui rimarrà sola con se stessa e guarderà dentro il proprio cuore, scoprirà che nessuna di quelle cose durante la sua esistenza ha colmato quel vuoto in fondo al cuore.
Tutte le cose che fa, come foglie secche vanno via, lei cerca di trattenerle attraverso una rete di sistemi alla quale vuole appartenere per sentirsi valida, sentirsi viva... ma tutte le sue opere, (le foglie) continueranno a scivolare via. E' in un ambiente scuro, anche se in lontananza esiste qualche bagliore di luce, le tenebre stanno per avvolgere il suo essere.
L'altra metà del viso è quella che sceglie Dio, che è rinata spiritualmente, che aspira alle cose di Dio. E' solare, vitale, e sorride. La figura vicino a destra, al contrario dell'altra, sembra eterea, volare verso l'alto, nessuna radice in una terra che passa in fretta. E' più il lato spirituale che viene sottolineato: la sua vita rifiorisce, la rete si scioglie ed ecco che si trasforma in steli con foglie che seguono il movimento dei fiori, dei petali che danzano davanti alla luce celeste e divina dalla quale la nuova donna, la nuova vita, si lascia inondare.
E' un dipinto sentito, una testimonianza personale.Ho visto i due volti da piccola, nell'espressione di mia madre. In un momento di depressione, dopo aver fatto tanto, nell'aver dato amore e conforto a chi ne aveva bisogno, una profonda paura e solitudine la rapì. Nel suo cuore capì che tutte le cose che poteva fare, non servivano a colmare il vuoto interiore che ogni uomo prima o poi sente. Aveva improvvisamente paura della sofferenza, della morte ... Lei pensava si trattasse di quella fisica, ma oggi sono sicura che direbbe spirituale. Difatti come conseguenza, senza che nessuno le dicesse niente, cominciò a leggere un libro di racconti biblici per bambini che io avevo custodito sin da bambina. Era alla ricerca di Dio. Pian piano capì che quel vuoto in fondo al cuore aveva la forma di Dio, e poteva essere ricolmato solo da Lui.
Dio si servì di quel momento cupo e scuro per avvicinarla a Se ed offrirle amore, perdono e salvezza.
Ho rivisto in me le stesse espressioni, per altri motivi e situazioni usate anche queste da Dio affinchè potessi aggrapparmi a Gesù che ha vissuto su questa terra da uomo ed ha sperimentato il dolore e la sofferenza, ha provato il distacco e l'abbandono del Padre quando su di Sè ha preso i peccati di ognuno. Grazie a Lui, che ha parlato al mio cuore, sono rinata e Gli appartengo.
"Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me." Gesù (Apocalisse 3:20)
Apri la porta del tuo cuore.
PADRE VENGO A TE...
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